mercoledì 30 aprile 2008

Messaggio dell'Ufficio di Pastorale per i problemi sociali e il lavoro Diocesano in occasione del 1 maggio 2008

ARCIDIOCESI METROPOLITANA COSENZA-BISIGNANO

UFFICIO PASTORALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO

PIAZZA PARRASIO,16 – 87100 COSENZA - TEL. 0984/687773 – Fax: 0984/687776

e-mail: pastlav@virgilio.it Sito: www.pastoralelavorocs.it

1° Maggio: Insieme per un futuro di speranza

Il lavoro costituisce per l’uomo non solo fonte di guadagno per sè e per gli altri ed elemento di promozione umana, sociale e professionale, ma anche mezzo grazie al quale viene rispettata la sua dignità e il suo diritto a un’esistenza normale e sicura. Come partner di Dio nel mondo, l’essere umano ha come vocazione il compito di trasformare la terra in giardino e di umanizzare i processi mediante i quali crea civiltà e benessere. Come cittadino ha il diritto-dovere di partecipare da protagonista al progetto di costruire una società solidale nella quale a ognuno sia consentito sviluppare le sue attitudini, soddisfare le sue legittime e giuste esigenze e realizzare le sue aspettative più profonde: il diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, alla famiglia,alla formazione continua per acquisire, seguire e governare i processi tecnologici ed economici che sviluppano lavoro e qualità di vita migliore. Così purtroppo non è stato nel corso della storia e tuttora non è. A sessant’anni di distanza dalla dichiarazione universale dei diritti umani dobbiamo con amarezza lamentare e costatare come i principi enunciati non hanno trovato accoglienza e attuazione: troppo elevato è il numero di quegli uomini che ancora non hanno il necessario per vivere, e troppo alto è il numero delle persone alle quali, a causa della precarietà o della mancanza di lavoro è impedito di accedere a quei beni fondamentali senza i quali viene concretamente negato il diritto all’esistenza, pur riconoscendone a parole la dignità. Come cristiani non possiamo essere passivi e chiamarci fuori dinanzi a queste situazioni dolorose e mortificanti: sarebbe una responsabilità troppo grande dinanzi a Dio e agli uomini anche il solo tacere. Sull’esempio di Cristo dobbiamo farci compagni di viaggio gli uni degli altri lasciandoci tutti illuminare e guidare dalla luce evangelica dell’amore. Questo dovere di compagnia, che nasce da un’esigenza di amore spinge e stimola l’ufficio diocesano della pastorale sociale, in occasione della festa del lavoro, a esprimere e a riaffermare la propria vicinanza a quanti vivono in situazioni di ingiustizia e di povertà e a incoraggiare coloro che già impegnano il loro tempo e le loro energie per rimuovere le cause di tali vergognose situazioni. Il nostro territorio, pur ricco di storia e di cultura, ma anche di risorse umane, ambientali, paesaggistiche ed enogastronomiche, vive situazioni di povertà e di disagio diffuso che, in taluni casi, non è esagerato definire drammatiche. La disoccupazione, la difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese, la piaga dell’usura, l’intreccio affaristico politico-mafioso, la nuova e continua emigrazione che interessa soprattutto la fascia giovanile, il lavoro in nero, la mancanza di sicurezze sul lavoro, già denunciati ampiamente dai nostri Vescovi,costituiscono il sottobosco che alimenta l’illegalità e spegne le speranze di ogni possibile cambiamento. La persistenza di tali mali, la poca e fiacca determinazione nel contrastarli con adeguate misure e l’incapacità di affrontarli con una cultura progettuale nuova ispirata al bene comune comprimerebbero ancor di più la nostra pur povera economia, bloccherebbero le aspettative legittime di promozione umana e sociale e finirebbero per uccidere quel residuo di speranza verso il futuro che è la molla di ogni processo umano. E’ urgente, pertanto, da parte di chi ha responsabilità ai diversi livelli, politico, istituzionale, sindacale, imprenditoriale, avviare un’azione energica e sinergica che imprima una svolta decisa per un cambiamento vero. Anche la scuola, ambito di educazione e di socializzazione, è chiamata a partecipare con più convinzione alla formazione del cittadino protagonista nella società. Le condizioni per operare questo salto di qualità ci sono, sia sul piano delle risorse umane e sia su quello finanziario, attivando con lungimiranza e nel rispetto della legalità la specifica legislazione comunitaria e regionale. Basta valorizzarle, guidati, sorretti e illuminati da una forte tensione etica che spinga verso un traguardo di giustizia e di solidarietà.

A cura dell’Ufficio PSL Cosenza

Cosenza 1° Maggio 2008

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