venerdì 7 dicembre 2007

Lettera di don Nicolò su Benigni

benigni Benigni e l'Amore

La settimana scorsa Roberto Benigni ha tenuto incollati al televisore (per 2 ore e 40 finalmente senza break pubblicitari) circa dieci milioni di italiani. Molti di loro giovani, a giudicare dagli sms che ho ricevuto “sto guardando Benigni, parla d’amore, è bellissimo”, “Benigni è un grande”, “che bello” rigorosamente senza firma né punteggiatura. Fra i telespettatori c’ero anch’io. Attraverso il quinto canto dell’Inferno, ci ha parlato della cosa più bella e importante della vita: l’amore. Lo ha fatto con una delicatezza ed una profondità che ha toccato il cuore di tutti. Ci ha parlato della bellezza… ci ha fatto emozionare con il bello della poesia. Ha parlato dell’amore come la questione centrale dell’uomo di sempre, l’unica realtà interessante per cui merita vivere. Lo ha fatto soprattutto parlando dell’amore fra un uomo e una donna, fra Paolo e Francesca, parlando della carne e dello spirito, dell’eros e dell’agape. Mi è venuto spontaneo pensare infatti alla prima enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”; anche lui ha inizialmente parlato di eros e di agape, continuando poi con l’amicizia, l’amore per i poveri, fino all’amore politico per la società, per tutti. Sono stato colpito da molte delle frasi pronunciate da Benigni, ma in particolare da una: “Se sbagliamo il rapporto con il sesso e con l’amore, sbagliamo tutta la nostra vita. I lussuriosi sono quelli che hanno scelto il buio degli istinti”.

Non si tratta di essere sessuofobi. Si tratta di conoscere un po’ dell’animo umano ed alcune storie vere. Cominciando dal mondo degli adulti, in cui spesso una fisicità quotidiana esageratamente coinvolgente stanca psicologicamente. Viene il dubbio che solo la novità possa aiutarci a superare questa noia del sesso e allora si cerca altrove, o altre cose… e le coppie si sfasciano.

So che spesso un'uso precoce della sessualità negli adolescenti è lascia segni, graffi pesanti nella vita delle persone. Chi ha degli amici veri non ha bisogno di rapporti morbosi ed esclusivi.

Vorrei poter dire qualcosa anche sulla pornografia, mai così vicina a chiunque: su internet, alla televisione, in edicola, sui cellulari.

Quante persone ho visto diventare schiave di queste immagini, quasi fino alla pazzia. Si tratta di dipendenze simili a quelle delle droghe. Recentemente un mio caro amico mi ha parlato di come la cocaina sia collegata a follie sessuali e quindi al mercato della pornografia: “in certi momenti, mi raccontava, quando facevo uso di cocaina, vedevo due o tre film pornografici al giorno”.

Non sarebbe male recitare qualche Santo Rosario per la conversione dei nostri fratelli direttori di queste multinazionali della pornografia, seminatrici di morte, ed insieme non sarebbe una cattiva idea boicottare le riviste, i quotidiani, le TV che si alimentano di questo mercato.

Se Dio è amore, il diavolo è prima di tutto l’anti-amore, è lo svilimento della cosa più bella della vita. Più di una volta ho visto la presenza del maligno in questi discorsi.

Non posso nascondere a me stesso che la battaglia fra istinto e ragione, il possesso di passioni regolate dalla razionalità, siano fatti complessi, non facili da affrontare quotidianamente per tutti, anche per i consacrati.

Ancora una volta la nostra speranza è prima di tutto in Dio, nella sua grazia, nel suo amore. Parlo di me, così non sbaglio: quando nella preghiera mi sento amato da Dio, anche concretamente, attraverso l’amore del fratello, del prossimo, nell’amicizia vera, sono meno dipendente dai miei bisogni affettivi, soprattutto fisici.

Sperimento che la presenza di Gesù in me che si realizza nell’Adorazione o nell’Eucaristia quotidiana (!), nella Riconciliazione frequente, anche settimanale (!) (i biografi di Giovanni Paolo II dicono che si confessava ogni venerdì alle 15, in ricordo della morte di Gesù) la mia prudenza è la prudenza di Gesù, la mia forza diventa la sua forza…

Amare è cercare il bene dell’altro. La seconda ancora di salvezza e di gioia sono coloro che amiamo, il compagno o la compagna della nostra vita, gli amici veri, veri fratelli e sorelle che camminano con noi e ci riempiono il cuore di cose belle, dell'amore vero, fino al punto che non c’è più spazio per la spazzatura.

Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza e il prossimo come se stessi, vale più di ogni comandamento. Fa’ questo e vivrai!

Don Nicolò Anselmi

Direttore Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile

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