martedì 20 novembre 2007

II edizione della Clericus Cap

vaticansocce

Un torneo di 16 squadre, divise in 2 gironi da 8 squadre, con quasi 400 religiosi e seminaristi provenienti da 71 Paesi di tutti i 5 continenti: è la Clericus Cup, il Campionato Mondiale pontificio, giunto alla sua seconda edizione, con l’obiettivo di dare il giusto valore allo sport e un segnale contro la violenza. Promossa dal CSI (Centro sportivo italiano) e patrocinata dal Coni e dal Pontificium Consilium pro Laicis del Vaticano, la Clericus Cup è il primo troneo di calcio a 11 interamente dedicato a sacerdoti e seminaristi delle Università e dei seminari di Roma e provincia.
Ieri, la partita inaugurale (finita 5 a 3 ai rigori) tra il Mater Ecclesiae e il Seminario Romano Maggiore, giocata allo Stadio dei Marmi che il 3 maggio ospiterà anche la finale. Poi, dal weekend, le 16 formazioni, divise in due gironi, si sfideranno in gara di sola andata, ciascuna di due tempi di 30 minuti e con calci di rigore in caso di parità al 60'.
Oltre 380 calciatori, provenienti da 71 Nazioni con tutti i continenti rappresentati. La delegazione più numerosa è quella italiana (59 atleti), seguita da messicani (30) colombiani (25), statunitensi (23) e croati (17). Significativa anche la presenza di bosniaci, rumeni, sudamericani (brasiliani, boliviani, salvadoregni, ecuadoriani), africani (camerunesi e congolesi) e asiatici (vietnamiti e malesi). Presenti poi giocatori provenienti dalla Papua Nuova Guinea, dal Rwanda, dal Burkina Faso e dal Myanmar, ma anche dal Giappone, dalla Svizzera, dallo Swaziland, dall'Iraq e dall'Indonesia. Tra le squadre che si condenderanno la Clericus Cup, invece, sono quattro le 'new entry': il British Colleges United, il Collegio Pio Latinoamericano, il PCMI San Paolo e il Don Bosco, l'Università salesiana, con un tifoso d'eccezione: il Segretario di Stato Cardinal Tarcisio Bertone. Obiettivo comune: contendere il titolo al vincitore dell’anno scorso, la Redemptoris Mater.
''Questo torneo non è una ventata di bontà - ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Petrucci – ma un segnale di serenità, perché chi ha più etica deve metterla a disposizione degli altri". "Il problema del calcio - ha aggiunto il presidente del Csi Edio Costantini - è una crisi culturale, per rigenerarlo noi proponiamo di partire dal basso, dagli oratori, per educare i ragazzi a diventare migliori cittadini". Costantini ha anche garantito che alla Clericus Cup non seguirà la cosiddetta Nazionale del Vaticano, più volte ipotizzata in passato: "Non c'è nessuna intenzione di creare una squadra vaticana, come spesso si è scritto". Da parte sua, il vescovo di Fidenza, monsignor Carlo Mazza, ha messo l'accento sulla forza dell'evento sportivo: ''lo sport abbraccia l'Universo e fa fermare, per alcuni avvenimenti, un'intera Nazione''. E mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i laici: ''Il Vangelo dice che si deve vincere il male con il bene. La Clericus Cup, in particolare, è un esempio di bene in un periodo difficile per il calcio italiano''.
Il confronto si sposta adesso sui campi dell'Oratorio San Pietro, con una formula simile a quella della Champions Leauge: ad aprile quarti e semifinali con gare ad eliminazione diretta. Vietato il segno X: ogni match che al termine dei minuti regolamentari è in risultato di parità, si conclude ai calci di rigore, con 2 punti alla squadra migliore dal dischetto ed 1 solo punto al team sconfitto. Durante le partite, inoltre, ad ogni club sarà concesso un minuto a tempo di 'time out', mentre i giocatori più fallosi saranno sanzionati con il 'cartellino azzurro', provvedimento a metà tra il giallo ed il rosso e che decreta l'espulsione temporanea per 5 minuti.

(fonte www.korazym.org)

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